sabato 10 novembre 2012

Nightmare, la retrospettiva (terza e ultima parte)


Riesci a trovare l'errore?

Ormai mi hai seguito fino alla terza parte di questa retrospettiva (o almeno dovresti averlo fatto; non hai ancora letto le parti uno e due? Ripara subito!), quindi dovresti avere tutto quello che ti serve per trovare l'imprecisione nell'immagine bitmappata di sopra. Ormai, se non lo eri da prima, non puoi che essere un esperto sull'assassino ustionato.

Ma cosa è capitato dopo la sua morte? Come poteva la New Line anche soltanto per un attimo pensare di seppellire il loro mostro fabbrica denari? Beh, dopo il sesto film della serie, Freddy è tornato altre tre volte - con risultati mediamente buoni. Anche se il remake non ha messo d'accordo nessuno...




..A partire dalla faccia da formaggino

Ma di quello parlerò meglio in fondo, e ti dirò bene cosa ne penso e perché.

Devo comunque concedergliela alla New Line: hanno (quasi) tenuto fede alla loro promessa di tenere Krueger morto dopo il sesto film - ovvio, il fatto che ci sia una terza parte di questa retrospettiva indica come tale promessa non sia stata mantenuta in pieno, ma rispetto alla saga di Jason Vorhees sono almeno stati abbastanza onesti da non produrre un altro seguito numerato (nel 1984 era uscito il capitolo finale di Venerdì 13; esattamente un anno dopo uscì il quinto capitolo).

Hanno invece cercato approcci nuovi, con storie che non seguissero più lo schema da fotocopia messa giù dal terzo film e poi seguito fino al sesto. E i tre film che andrò a visionare sotto, a differenza di quelli della seconda parte della retrospettiva, sono comunque tutti diversi tra di loro.

A partire dal migliore:

Nightmare - Nuovo Incubo


Di nuovo in affari

Forse ti ricordi quella famosa scena, all'inizio di Scream, in cui un anonimo appassionato di scary movies chiama la Drew Barrymore e le chiede qual'è il tuo film horror preferito? Lei sceglie Halloween - che è adatto in quanto aveva dato inizio al genere slasher anni '80 - ma poi, andando avanti con la telefonata, le viene anche chiesto cosa pensi della serie Nightmare; al che risponde: il primo faceva paura, gli altri non valevano niente.

Non ci vuole molto a cogliere la stoccatina - considerando come Wes Craven sia il regista di entrambi i film - ma il legame tra Nightmare e Scream va ancora più a fondo di così: Scream funziona in quanto parodia del genere slasher, mostrandone i meccanismi sottostanti e usandoli per far progredire la storia. Ma questo tentativo di metanarrativa era già stata tentato da Craven, e proprio nel settimo installment della saga a cui aveva dato inizio (e di cui aveva scioccamente venduto i diritti di sfruttamento).

Insomma, tra Freddy e ghostface esiste un legame diretto: Scream del '96 non è altro che la versione più di successo di un'idea che Craven aveva già cominciato a sviluppare all'inizio del decennio, e che aveva già avuto la possibilità di mettere su pellicola quando la New Line Cinema - desiderosa di riportare il livello qualitativo del loro pupazzo ungulato alle vette del primo film - gli venne incontro, e lo pregò: per favore, Mr. Craven, ce ne fai un altro?



Freddy Krueger, interpretato da Freddy Krueger

Così appare nei titoli di coda - e già da questo si può intuire la direzione che Craven ha voluto dare al suo film: Nuovo Incubo è ambientato dopo il sesto film, ma non nell'universo in cui tale film si è svolto - bensì nell'universo in cui quel film era stato prodotto. Nel nostro universo.

Heather Langenkamp appare per la terza volta nella saga, ma non come Nancy - bensì come sé stessa; attrice cresciuta e sposata, che non sopporta quel film horror in cui aveva recitato da giovane, e con un giovane figlio da proteggere. 

Heather comincia a soffrire di incubi - i quali le ricordano stranamente gli eventi del film in cui aveva recitato - ma le attribuisce a una serie di terremoti che stanno scuotendo la città; la situazione si fa più grave quando trova suo figlio che guarda il primo Nightmare (che lei non avrebbe mai voluto mostrargli) e le dice che un uomo col cappello e le unghie sulle mani lo insegue di notte.

Per risolvere il mistero, la Langenkamp si rivolge a nientemeno che Wes Craven - soltanto uno dei numerosi attori (e non) che interpretano loro stessi in questo film post moderno - il quale le rivela la verità sulla serie Nightmare: Fred Krueger era un demone ancestrale dei sogni il quale, per essere reso inoffensivo, era stato trasformato in un personaggio da film; si è poi continuato a produrre seguiti non per soldi, ma per impedirgli di scappare! Ma ora, col sesto film la serie è terminata - ed il demone è di nuovo libero!

La soluzione sarebbe di produrre un nuovo film di Nightmare, ma il demone è intenzionato a tutto pur di fermarne la produzione - solo la Langenkamp è in grado di fermarlo, proprio in virtù del suo aver interpretato Nancy (la prima e più rispettata avversaria di Freddy).



Non perfetto, ma abbastanza

La premessa è quindi decisamente originale per la serie, e il film si diverte molto a integrare la realtà in cui si muovono gli attori con la realtà dei film che avevano interpretato - ad esempio, Robert Englund interpreta sia sé stesso, sia il demone dei sogni, sia sé stesso che interpreta Freddy Krueger (durante un talk show, dove la folla esplode di entusiasmo per l'apparizione del loro mostro preferito). 

Le citazioni dal primo film sono numerosissime: dalla lingua che esce dalla cornetta del telefono, allo squartamento sulle pareti. Ed è chiaro che chi meglio conosce il film a cui fa costantemente riferimento, meglio si divertirà guardando questo

Nightmare 7 è un grande film, ma alla sua uscita non ebbe molto successo e ancora oggi tende ad essere un po' snobbato. Non so spiegarmi bene il perché, potrei forse dire banalmente che era troppo ambizioso per il pubblico medio - eppure quello stesso pubblico non ha poi avuto problemi a seguire lo stesso gioco quando Craven lo usò per Scream (e a renderlo un successo tale da rivitalizzare il genere). 

No, per me il problema commerciale di Nuovo Incubo è stato il suo essere un raro esempio di film horror per adulti. Parla di adulti che affrontano l'orrore per difendere i loro figli - eppure, l'horror è un genere frequentato tradizionalmente da teenager, i quali non si saranno quindi riconosciuti nella Langenkamp ora che non interpretava più una liceale verginella, bensì una mamma. 

A ben vedere, gli horror con protagonisti adulti sono una realtà quasi esclusivamente europea (nessuno dei film di Argento o di Fulci parla di adolescenti) e, come ci si aspetterebbe, qui da noi il film è piaciuto parecchio. 

Con Scream, Craven tornerà a raccontare di minorenni, e arriverà anche il successo in patria. Ma senza Nuovo Incubo come banco di prova, non avremmo mai potuto vedere la Barrymore squartata e appesa a un albero.

Freddy Vs. Jason
2003; di Ronny Yu; scritto da Damian Shannon e Mark Swift; con Robert Englund e Ken Kirzinger


Questa, la dedichiamo ai fans

A volte ci penso e ancora non ci credo: questo incontro era il sogno di ogni ragazzino nato negli anni '80, ma non avrei scommesso una sola figurina che mai l'avrei visto. 

Se ne parlava fin dall'85, ma la produzione non sembrava riuscire a prendere il volo - addirittura, in Jason va all'inferno, vollero farci sperare: il film terminava con il guanto di Freddy che agguantava la maschera di Jason e lo tirava giù (suppongo, negli inferi dov'era già finito lo psicopatico da terzo grado tre anni prima). Eppure, anche dopo allora. Niente.

Era diventato un progetto da development hell, uno di quei film che si continua a tentare di girare, ma che non riesce mai ad andare oltre i primi stadi - un po' come gli acchiappafantasmi 3. Ma questa volta, quasi un decennio dopo l'ultima apparizione di Freddy, siamo stati accontentati!


Una festa a lungo attesa

Con una produzione durata quindici anni, di sceneggiature sul progetto ne erano state scritte parecchie; la maggior parte riguardanti cultisti di Freddy in maglione rosso-verde che riportano dall'ade sia Freddy che Jason. E nonostante io ritenga l'idea di un culto di Freddy ancora fighissima, la sceneggiatura del film girato prende una direzione diversa:

Siamo di nuovo a Springwood. La cittadina che nel '91 era stato ridotta a un cumulo senza bambini; ora è di nuovo ben abitato da adolescenti (e le date non tornano, perché se nel '91 erano stati uccisi tutti i minorenni - quelli nati dopo il sesto film non potranno che avere al massimo 12 anni; ma il film non sembra troppo attento alla continuity, quindi non dovrei esserlo neppure io) eppure, gli adulti continuano a temere che lo squartatore REM possa tornare.

Per tenerlo intrappolato oltre la barriera dei sogni, ne hanno eliminato ogni ricordo nei figli. In alcuni casi anche rinchiudendoli in centri psichiatrici e somministrandogli droghe per inibire il sogno. Ma Fred non ha intenzione di lasciarsi abbattere, pur di far tornare la paura in città e ridargli la forza di una volta, decide di risvegliare Jason a Crystal Lake (che scopriamo essere poco distante da Springwood, praticamente dietro l'angolo - che comodità!).

Il film procede con Jason che si dedica al solito lavoro ammazza-teenager, mentre Freddy si prende il merito e finalmente torna in affari. Il problema è che, una volta terminato il lavoro per cui era stato risvegliato, Jason non si vuole più fermare. Praticamente, rubandogli le prede.

Ecco quindi la perfetta premessa per uno scontro: la lotta tra due mostri sacri per il controllo di una risorsa limitata (diciasettenni arrapati). E a vincere è sopratutto il pubblico.


Finish him!

Il film è puro fanservice, ne è consapevole e non esula mai dal suo compito: farci bagnare i pantaloni e saltellare eccitati sulle poltrone. 

Di scontri tra Freddy Krueger e Jason Vorhees, il film ce ne dà parecchi: nei sogni, fuori dai sogni, con adolescenti in mezzo, e in solitario. E' divertimento puro. Gli scontri, poi, seguono una logica: Jason è indebolito dall'acqua (in cui era annegato da bambino) e Freddy teme il fuoco (con cui era stato ucciso dai genitori di Springwood); Jason rappresenta la forza bruta (non ha pensiero tattico, si limita ad avanzare e maciullare) e Freddy rappresenta la furbizia (farà pieno uso del suo ambiente e raramente attaccherà direttamente) - entrambi i combattenti hanno quindi punti di forza e debolezza, risultando in combattimenti emozionanti e ben coreografati.

Non avrà quindi l'aspetto sociologico del primo e del terzo; né l'aspetto metanarrativo del settimo; eppure, Freddy Vs. Jason è uno dei migliori film di entrambe le saghe horror. Non meno perché rispetta la mitologia dei due universi e li fonde perfettamente insieme, regalando ai fan un'ora e mezza di cui non si sono mai pentiti (e che ha guadagnato tanto, ma proprio tanto tanto).

Nightmare


Fine della strada

I remake sono inevitabili, suppongo, lo so bene e ne ho pure parlato a lungo; eppure, quando arrivano, qualcosa in me muore: mi ricordano che sto invecchiando, che non sono più un bambino con la testa piena di ricci che si metteva a piangere davanti alla locandina di Nightmare 4. Che i miei ricordi appartengono al passato, e che ora il mondo ha altri bambini con altri mostri. E che, se Freddy vuole fare ancora paura, dovrà essere re-inventato.

Questo remake è uscito ormai da due anni, l'ho visto al cinema - e nonostante l'amarezza nel vedere Fred Krueger interpretato da qualcun altro che Robert Englund, non mi è neanche dispiaciuto troppo. Anzi, più ci ripenso e più mi rendo conto di quanto sia coraggioso. Ma forse il suo problema sta proprio qui.

Il nuovo attore è Jackie Earl Haley, che probabilmente ricorderai come Rorschach di Watchmen - la scelta non è stata del tutto sbagliata, prima o poi era necessario un cambio della guardia, e posso immaginare che farsi passare il guanto affilato da Englund sarebbe stata una sfida per chiunque.

Il trucco, invece, non funziona ugualmente bene: apparentemente, la scelta è stata quella di ispirarsi alle vere vittime di ustioni; a differenza del film originale, dove ci si era ispirati - letteralmente - a della mozzarella sulla pizza. E qui già vedo quello che deve aver urtato al pubblico: un eccesso di realismo, portato a un punto tale da non fare paura, quanto far sconfortare.


Una nuova direzione, eppure una direzione fedele

La storia del remake segue abbastanza quella dell'originale: Nancy (qui interpretata dalla ragazza col tatuaggio di dragone, Rooney Mara) e i suoi amici stanno soffrendo di incubi, in essi appare una figura con le unghie come coltelli e un maglione verde e rosso. Presto scoprono la sua identità: Fred Krueger, un molestatore a cui il tribunale aveva dato la libertà, e che i genitori di Elm Street hanno bruciato vivo

Nota le parole che ho usato: molestatore
Il Fred Krueger del remake è apertamente un pedofilo. Anzi, scopriamo che in questa versione Freddy non aveva ucciso alcun bambino, da vivo. La sua vendetta non è tanto con i genitori che lo hanno ucciso, quanto con i bambini (ora cresciuti) che da piccoli raccontarono agli adulti quello che lui li stava facendo a scuola.

E' strano: troviamo più facile perdonare una persona che uccide dei bambini, piuttosto che uno che li stupra. Già all'epoca dell'originale Craven aveva intrattenuto l'idea di rendere Freddy un molestatore, ma l'aveva abbandonata proprio perché riteneva che avrebbe reso il film eccessivamente pesante. Invece, il regista del remake (Samuel Bayer, già regista di un ottimo - secondo me - remake di Venerdì 13) ci prova: ed effettivamente Craven aveva ragione. 


Una cosa è certa: questo Freddy non sarà mai un pupazzetto

Il successo della saga di Nightmare è sempre stato da ricercarsi nel carisma del suo protagonista. E' un pervertito maniaco assassino, eppure per qualche procedimento surreale è diventato un felice ricordo d'infanzia - ho sempre saputo che, se per una qualche collisione dimensionale Krueger dovesse entrare nel nostro universo, non ci penserebbe un attimo ad ammazzarmi; eppure, in un certo senso lo considero un amico.

Il Freddy Krueger del remake non sta simpatico per niente: e come potrebbe? E' un maniaco sessuale, che preda le sue vittime perché avevano avuto il coraggio di raccontare la verità. Il cui ricordo è stato così tremendo per la loro infanzia, che l'hanno addirittura cancellato. No, impossibile che lo si possa mai vedere come un simpatico assassino burlone.

Tuttavia, ammiro il coraggio nel seguire questa strada: ti fa capire come una piccola cosa, come ammettere direttamente la pedofilia di un personaggio, possa modificare l'intera percezione che il pubblico possa avere di lui. Ti fa capire quanto lontano ti puoi spingere, nell'horror, prima che il senso di divertita paura diventi di semplice ribrezzo e disgusto.

Alla fine, il remake non è così terribile come molti ti avranno detto. E' un film interessante, e se sei arrivato a vedere tutti gli otto film precedenti, non puoi permetterti di non vedere questo.


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